Eiaculazione femminile, ovvero let’s squirt together

Come accennato qualche post fa, Sabato 3 Dicembre ero allegramente a Bologna a godermi un workshop sull’eiaculazione femminile by Diana.
Non conoscevo l’argomento, se non in maniera del tutto superficiale: avevo incrociato qualche video e articolo apparsi su internet, ma niente che riuscisse a descrivermi meglio come funzionasse o perché. Avevo -lo confesso- relegato il fenomeno in un angolino della mia testa, non avendolo mai sperimentato, classificandolo sotto la voce “Ma tu pensa, esiste anche questo!”. Finalmente Diana è riuscita a diradare le nubi dell’incertezza con un interevento di “Squirting for dummies”, condividendo così le sue conoscenze e riflessioni.

Ad esempio, non sapevo che tutto ha origine dalla ghiandola di Skene, una misteriosa presenza ignorata dalla medicina in quanto, contrariamente alle ghiandole di Bartolino, artefici della lubrificazione, non ha alcuno scopo all’interno della riproduzione. Eh, già, perché a nessuno interessa il funzionamento dei genitali femminili, se non per la parte che riguarda la produzione di nuovi soldati per la patria (e qualche altra incubatrice di carne). Questa simpatica ghiandola -tralasciando il fatto che porta il nome del suo scopritore, poiché qui si aprirebbe l’infinito discorso del corpo della donna come terreno di conquista- ha la capacità di riempirsi di liquido ed espellerlo durante l’eccitazione sessuale (prima, durante e/o dopo l’orgasmo -quanta grazia!) e tale liquido ha la stessa composizione di quello secreto dalla prostata maschile.

Purtroppo c’è da dire che non se ne parla molto e spesso è un evento vissuto con imbarazzo dalle stesse donne, proprio per l’ignoranza che vige sull’argomento: dato che la sensazione che accompagna l’eiaculazione è simile allo stimolo della pipì (dovuto alla pressione della ghiandola piena sulla vescica), può capitare che il liquido venga scambiato per urina; c’è da aggiungere, inoltre che, a volte, i dotti della prostata femminile sbocchino nell’uretra, con conseguente generazione di confusione e sensazione di vergogna. Non bastasse questo, gli stessi ginecologi ignorano (volontariamente o meno?) l’eiaculazione femminile, diagnosticando problemi di incontinenza a coloro che vi si rivolgono per chiedere lumi su cosa stia succedendo. Ad esempio, sono rimasta impressionata dalla testimonianza di Diana sul suo incontro, durante uno dei suoi vari workshop, con una donna a cui la ghiandola di Skene era stata asportata proprio perché le era stato diagnosticato questo imbarazzante problema idraulico; la semplicissima e piccolissima operazione chirurgica che ne era seguita era stata proposta come soluzione definitiva a questo sgradevole inconveniente. Insomma: corpi alla mercé della scienza (se mai vi fossero altri dubbi).

Si è ovviamente parlato anche di come “allenarsi” ad eiaculare, perché male non fa e masturbarsi o fare un po’ di esercizio in compagnia è divertente. Praticamente è come aggiungere una succosa ciliegina su una magnifica torta; il tutto, sia chiaro, senza spirito agonistico e senza conseguente sentimento di frustrazione se le prime volte non succede niente, perché: Hey baby, sei venuta! Praise Orgasm!

Tagliando corto (ma è meglio se nella pratica la si fa lunga: oh, sì, lunghissima, ché è meraviglioso!):

  • occorre stare rilassate e sfuggire ad ogni tentazione che svii verso la contrazione.
    Purtroppo a molte viene istintivo contrarsi, un po’ perché si ha la sensazione che si faccia prima, un po’ per indubbie pressioni sociali che portano la donna a tentare sempre di “stare al suo posto”, contenersi, non occupare troppo spazio, sprecare troppa aria e godere troppo smodatamente.
  • stimolare con dita, pugno, dildo, varie ed eventuali la parete anteriore della vagina.
    Ecco, sì, quella del famoso “punto G”. Solo che non è un punto, bensì una ghiandola intera. Se la sensazione che si prova è quella di dover fare pipì, allora la strada è quella giusta.
  • procedere a proprio gusto fino al momento topico e, arrivando all’orgasmo, ricordarsi di nuovo di non contrarre, ma, anzi, di spingere.
    Di nuovo: qui c’è da godere, perciò al bando ogni pudore (soprattutto se si è sole): spingendo, anche se sembrerà di stare per urinare, si potrà dare il via all’eiaculazione.
  • ripetere ad libitum.
    Sia che riesca, sia che non succeda nulla, c’è da ammettere che è stato divertente. Niente vieta di rifarlo e quindi..si torna al primo punto!

Un’altra volta vi racconterò come mi sono strappata un muscolo della schiena sperimentando la tecnica (che devo ancora affinare): credo inserirò questa narrazione in una nuova sezione che chiamerò “Sì, io sono una masochista e non mi pento”.
Anzi, adesso che ho finito di scrivere e che la schiena è quasi del tutto a posto, quasi quasi…

Questa voce è stata pubblicata in Generale. Contrassegna il permalink.

2 risposte a Eiaculazione femminile, ovvero let’s squirt together

  1. amara scrive:

    Uh dei! Cioè..che bello! Ma figurati: che ringrazi me?
    Anche se la cosa mi commuove!

  2. Andrea scrive:

    Voglio ringraziarti per avermi permesso di scoprire una cosa stupenda del mio corpo, mi sono data la libertà di godere appieno l’incontro con la persona che amo, lasciandomi davvero andare. Grazie

I commenti sono chiusi.