Osservo la mia ombra mentre cammino: un’orsa sgraziata. Non tornerà l’eleganza della pesca ai salmoni. Prendo coscienza di questo, come del lieve senso di indifesa vergogna, notando che le mie mani sono alte, in una goffa guardia, pur gesticolando e fingendo sia niente. Mi sento sconfitta.
Mi tocco le labbra, mi mordo una nocca per provare qualcosa.
“Come sono belli, i treni nella notte”.
Volevo starmene in silenzio, per un po’, e guardare le stelle. Respirare.
Invece guido con una mano sola e una strana, inverosimile sensazione tattile nell’altra, pari a un (terzo) arto fantasma: più mi allontano, meglio lo sento. Lo trovo ridicolo, perché di solito, invece, cerco di evitare il contatto con tutta me stessa. Perché rifuggo il coraggio, indegna.
In tutto questo, io non capisco. Eppure sono stata viva, perché lo sentivo, quel cuore, mentre annodavo nastri rossi: era indubbiamente mio, come il sangue accelerato, come il caldo sulle guance e la luce negli occhi ed il tremore delle mani ed in tutto il mio sgraziato essere da orsa.
-
Articoli recenti
Commenti recenti
- benebene su Eppure sentire
- ceta su Cose di questo Genere
- ceta su Sperimento su di me
- Roberto su Solo per stomaci forti
- amara su Lo specchio ed il vestito dell’ImperatrOce
Archivi
- Settembre 2023
- Novembre 2021
- Settembre 2018
- Agosto 2018
- Febbraio 2018
- Luglio 2017
- Giugno 2017
- Aprile 2017
- Gennaio 2017
- Luglio 2016
- Gennaio 2016
- Luglio 2015
- Giugno 2015
- Maggio 2015
- Aprile 2015
- Marzo 2015
- Febbraio 2015
- Gennaio 2015
- Dicembre 2014
- Novembre 2014
- Ottobre 2014
- Settembre 2014
- Agosto 2014
- Luglio 2014
- Maggio 2014
- Aprile 2014
- Febbraio 2014
- Gennaio 2014
- Dicembre 2013
- Settembre 2013
- Luglio 2013
- Maggio 2013
- Aprile 2013
- Marzo 2013
- Febbraio 2013
- Gennaio 2013
- Novembre 2012
- Ottobre 2012
- Settembre 2012
- Agosto 2012
- Luglio 2012
- Giugno 2012
- Aprile 2012
- Febbraio 2012
- Gennaio 2012
- Dicembre 2011
- Novembre 2011
Categorie
Meta